Inoltre, grazie al lavoro di Stephen Covey ed altri autorevoli autori, abbiamo capito che qualsiasi percorso di miglioramento personale finalizzato ad ottenere risultati più significativi e gratificanti nelle cose che per noi contano davvero, parte sempre dall’acquisizione di una maggiore consapevolezza riguardo al proprio modo di vedere le cose (i nostri paradigmi) che si riflette sui nostri pensieri, atteggiamenti e comportamenti.
Come formatore d’azienda e business coach impegnato in un processo di miglioramento continuo, mi sono reso conto che per essere efficace nel mio ruolo ho la necessità di affinare sempre più la mia modalità di comunicare, anche per il fatto che sta cambiando il profilo dei partecipanti ai corsi, sempre più costituito da Millenials e Generazione Z.
Il libro
Quest’estate con la lettura del libro “Basta dirlo” di Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica in Italia, ho approfondito il tema dell’utilizzo delle “parole giuste”.
I risultati che otteniamo nella vita personale e professionale, spiega Borzacchiello, sono frutto del linguaggio che utilizziamo quotidianamente, innanzi tutto con noi stessi e poi con gli altri. L’obiettivo è quello di riuscire a capire quali frasi e parole agiscono negativamente sulla nostra mente abbattendo la nostra autostima ed impattano sulla nostra efficacia e trasformarle consapevolmente in termini che ci fanno stare bene ed esprimono la nostra autorevolezza nelle relazioni interpersonali.
E’ assodato che il modo di esprimerci è influenzato dal nostro stato d’animo, ma è anche vero il contrario: attraverso le parole che usiamo creiamo delle specifiche immagini nella nostra mente che a loro volta provocano una reazione nel nostro cervello: se l’immagine verrà percepita come una minaccia attiverà tutte quelle reazioni a livello ormonale per prepararci a reagire nei 3 modi classici: immobilismo, fuga o attacco (detto in inglese delle 3 effe: “freeze, flight or fight”). Questo vuol dire che ogni volta che evochiamo qualcosa con le parole, per la nostra mente lo facciamo esistere realmente.
Ciò vale naturalmente anche per tutti i discorsi e le parole che leggiamo o ascoltiamo quotidianamente dai nostri conoscenti, ma soprattutto dai vari canali d’informazione. Pensiamo ai Social che erogano continuamente informazioni personalizzate su di noi ed utilizzano termini eclatanti con l’obiettivo di catturare la nostra attenzione immediata e di farci rimanere incollati allo smartphone il più tempo possibile.
Le parole attivano specifici ormoni
Il nostro livello di benessere fisico e mentale viene quindi influenzato dalle parole che ascoltiamo e pronunciamo che attivano degli ormoni specifici. Ad esempio utilizzando frasi che evocano l’altezza (alzare gli standard… raggiungere la vetta) verrà stimolata la produzione di endorfine, o ormoni della felicità, mentre se utilizzo immagini di distruzione questo stimolerà la produzione di cortisolo detto anche ormone dello stress. Dire “mi sento a pezzi” non aiuta certo a riprendersi ed anzi contribusce a farmi sentire peggio.
Ne deriva che cambiando in meglio le parole con cui descriviamo le situazioni, cambiamo anche gli ormoni che andremo ad attivare, miglioriamo il nostro umore, la nostra energia e quindi l’immagine che gli altri avranno di noi, facendoci aumentare la nostra autostima e i nostri risultati.
Il primo passo è quindi quello di fare caso a quelle frasi che peggiorano la percezione della nostra capacità di raggiungere risultati positivi nelle cose che per noi contano di più.
Le frasi che abbassano l’autostima
Nel libro vengono riportate alcune frasi deleterie che pronunciamo quando non siamo convinti di essere all’altezza di una determinata sfida e che impattano negativamente sulla nostra autostima. Vediamo quali sono:
Le frasi che impattano sull’efficacia
Ci sono inoltre alcune frasi killer che pronunciamo d’abitudine e che inconsciamente determinano un effetto negativo su noi stessi, sull’immagine che proiettiamo sugli altri e quindi sulla nostra efficacia professionale. Vediamone alcune:
Sono tanti gli spunti che il libro fornisce per migliorare la nostra efficacia comunicativa.
Cerchiamo innanzi tutto di usare termini che stimolino il nostro cervello a occuparsi di ciò che è sotto il nostro controllo e lo portino ad esplorare possibili contromisure di fronte a specifici ostacoli incontrati.
Stimolare gli ormoni giusti
Innanzitutto per migliorare la nostra autostima ed autorevolezza è opportuno stimolare la produzione di serotonina usando espressioni come “di questo me ne occupo io…e di dopamina, pronunciando frasi come “posso riuscire a farlo…”. Possiamo inoltre esortare noi stessi (e gli altri) all’azione con espressioni tipo “forza”, “avanti” e con avverbi come “subito, rapidamente, immediatamente… ora!”
Ci sono poi espressioni e metafore che ci fanno stare bene così come accade nella realtà. Questo avviene quando esprimiamo concetti che riportano ad immagini di viaggi, come “ho intrapreso un percorso…” o “stiamo andando con il vento in poppa…” e frasi che ci riportano alla natura, come ad esempio “dopo aver seminato bene… stiamo raccogliendo degli ottimi frutti!”.
Suggerisco la lettura del libro che considero utile oltre che interessante.
Imparando ad usare le parole giuste e un linguaggio costruttivo e positivo, oltre a migliorare la nostra efficacia professionale saremo in grado di aumentare la frequenza delle volte in cui proveremo sensazioni di benessere.